Oggi ora di pranzo, il 'Corriere Della Sera' di ieri ancora incelofanato, apro.
Inizio a leggere. Cosa? Un articolo molto interessante, un dialogo, una conversazione, in questo caso scritta, tra Alessandro Baricco e Claudio Magris, titolo: 'La civiltà dei barbari'.
L'articolo parte con una serie di osservazioni, più o meno inerenti, fino ad arrivare alla vera e propria conversazione, il fulcro centrale dell'articolo.
Quello che mi è piaciuto maggiormente in queste due pagine è un piccolo paragrafo, in cui parla Magris, che riporto pari pari:
'I blog correggono l'unilateralità barbarica dei media, che parlano solo di ciò di cui si parla e si sa. Non credo che Faulkner possa sparire, meglio allora se sparisse Google; credo che Google possa semmai aiutare a far riscoprire la sua grandezza a molti ignoranti. I barbari che hanno invaso l'impero romano ne sono stati gli eredi, hanno letto e diffuso i Vangeli... '
L'argomento principale è la riflessione sul cambiamento in atto, a livello culturale e antropologico, nella nostra società.
I barbari in questo caso sono rappresentati dalle persone che mettono in atto questo cambiamento, e Baricco esprime un concetto che condivido in pieno:
'Certo non tutto va accettato, hai ragione. Ma capire la mutazione, accettarla, è l'unico modo di conservare una possibilità di giudizio, di scelta.'
Come dargli torto. Se ti immedesimi, se entri a fare parte di quello che, forse non ti piace, ma è inevitabile, riesci ad avere ed esprimere un parere critico migliore rispetto al rimanere al di fuori di tutto.
Concludo con un altro piccolo paragrafo ripreso dall'articolo, in cui parla Magris, che secondo me a noi blogger fa tanto bene:
'Del resto è quello che fanno tanti blog, in cui si trova spesso più verità che nei media tradizionali. I barbari ci aiutano quindi forse anche a combattere la barbarica identificazione del valore col successo.'
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